Repubblica Federale di St.Charlie - Official Forum

Appuntamento con la Storia

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view post Posted on 21/4/2010, 20:15

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Consiglio Ambasciatoriale
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E' il primo dibattito che apro, quindi non uccidetemi.
Come premessa vorrei aggiungere che chiunque è libero di commentare come vuole, e che in questo momento parlo più da cittadino di macronazione (com'è difatti l'Italia).
Ebbene, come tutti sappiamo in questi giorni in Italia si va verso un giorno di festa, ma soprattutto di ricordo, di un ricordo che a me pare incancellabile dalla nostra storia, l'Anniversario della Liberazione, in particolare di Milano, parlando in generale di Liberazione del Nord-Italia e dell'Italia intera.
Il punto del dibattito però è: "I giovani italiani, sanno cos'è la Liberazione? Hanno interesse o essendo storia, col tempo per loro sta diventando solo odiosa materia di studio?"
Beh, io la vedo in questo modo: io sono una persona che ha sempre legato con il passato, specialmente inerente alla Seconda Guerra, grazie anche a parenti che l'hanno vissuta, ed io ho sempre visto nell'Anniversario della Liberazione un giorno sì di festa, nel ricordo di quello che avvenne, ma anche un giorno di ricordo per tutti i caduti che hanno permesso che questa liberazione avvenisse.
Tornando al punto, sì, alcuni giovani d'oggi sanno cosa sia la Liberazione e ne hanno interesse, ma purtroppo, secondo me, la maggior parte la ritengono un giorno a casa da scuola e materia di studio.
Ma ora vorrei avere anche qualche altra opinione al riguardo, quindi, liberi di esporvi!
 
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Alexander Reinhardt
view post Posted on 21/4/2010, 21:16




Nella mia famiglia nessuno ha avuto un vero e proprio ruolo nella guerra. La mia unica bisnonna è del 1915, ma come tutti quelli che hanno abitato in provincia, anche di Roma, non hanno avuto una vera e propria idea del regime fascista. Al contrario, molti (come si sente sempre dire in provincia) elogiano ancora Mussolini per quello che ha fatto per i piccoli comuni, essendo questi al tempo del Regno, abbandonati e arretrati (pensate anche alla creazione di Latina).

Tuttavia, mi farebbe personalmente schifo elogiare Mussolini. Se dobbiamo dirla tutta, ogni dittatore fa qualcosa "di buono", ma qualcosa come la bonifica non nasconde lo stesso la pila di merda che il fascismo ha creato in Italia. "Beh, ma Mussolini ha bonificato!" "Beh, ma Mussolini ha invaso l'Etiopia, uccideva i suoi rivali politici (Matteotti ndr), e ha colorato l'Italia di nero con il suo "bellizimo" stato di polizia e con le camicie nere", mi piace rispondere agli ignoranti.

La festa della liberazione è una delle feste più importanti della Repubblica Italiana. Celebra la caduta del regime e quindi della dittatura e del trionfo del popolo sovrano. Ogni anno, commemora tutti quelli che sono morti per questo (libero?) paese e ricorda a tutti come, per quanto noi ci lamentiamo dei nostri piccoli problemi, dovremmo pensare agli altri almeno per un giorno e ricordare le vittime del ventennio, o almeno così dovrebbe essere il 25 Aprile.

Ritengo personalmente che la festa della liberazione ha perso il valore che aveva una volta. Non prendetemi per nostalgico, ma credo che il 25 Aprile del, che so, 1956, è stato sicuramente più significativo del 25 Aprile, facciamo stavolta, del 1998.

Come mai? Oltre ovviamente al fatto che sono passati ormai quasi settant'anni, e che le generazioni sono cambiate così come il loro pensiero, c'è anche da far notare che alcuni cazzari in giacca e cravatta che regnano su di noi mostrano liberamente il loro "dispiacere" per la caduta del fascismo, e preferiscono spendere il 25 Aprile a "tagliare il prato". Questo comportamento non è ovviamente di buon esempio, anzi, permette anche ad alcuni di pensare che il fascismo non era poi così male.

Quindi, per farla breve, sono d'accordo: il 25 aprile ha perso i valori di un tempo, e credo dovrebbe ristabilirsi come una festa di liberazione dalle truppe nazifasciste, e non solo perchè un foglio di carta dice così, ma perchè dovremmo ricordarci dei partigiani e dei "mangiabambini" (come li chiama Mr.B) che sono morti per noi.
 
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Nicolò Alvisi
view post Posted on 21/4/2010, 21:44




Mi complimento col Min. Lunam per la scelta sulla discussione, veramente di attualità e anche nervo scoperto della società.

Il dubbio che ci stiamo ponendo ora, io me lo sono posto molto tempo fa. Di sicuro, come è stato detto prima, la Festa della Liberazione perde ogni anno un pò di valore, e le cause sono sostanzialmente due:
- la politica, o meglio la sinistra italiana, ha sempre cercato nel tempo di appropriarsi di questa ricorrenza, rendendola una parte fondamentale della cultura di sinistra; questo impossessamento forzato ha fatto sì che una parte degli italiani, prima la Dc e oggi i Berlusconiani, si sia ritrovato di colpo a dover condividere un ideale a lui estraneo, anzi, totalmente avverso. Proprio per questo ancora oggi le manifestazioni del 25 aprile o vengono bellamente snobbate dai destrorsi o vengono stuprate nel profondo, diventando quindi l'ennesimo palcoscenico del teatrino politico;
- l'Italia ha generalmente poco interesse per la Storia, la sua cultura, l'arte, la geografia, preferendo di gran lunga la figa televisiva, il vittimismo estremo, l'ignoranza ostentata con onore e vanto. C'è chi diceva già da tempo che "l'indignazione dell'opinione pubblica italiana dura il tempo di un orgasmo, poi bisogna dormire".

A chi dare la colpa, quindi? A noi, a Mussolini, ai nostri storici, alla società del Dopoguerra che non ha voluto come la Germania ripensare alle cazzate fatte?
Ebbene, non lo so. E non penso che lo sappia qualcuno a questo mondo.

Parlando poco tempo fa con uno storico bolognese stimato e di fama, il prof. Alessandrini, ho posto la stessa domanda: "Tra 50 anni, si festeggerà lo stesso il 25 aprile? Avrà ancora senso?"
E lui mi ha detto di sì. Il desiderio di Memoria sorpassa ogni esigenza più profonda, anche se oggi non ci sembra.

L'importante è che la gente sappia, è che la gente sia consapevole di quello che è successo. Fatto ciò, la Festa del 25 aprile non sarà più utile. Tutti noi avremo un 25 aprile nel nostro cuore italiano.
 
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Sempron
view post Posted on 22/4/2010, 14:44




Io credo che l'italiano medio non sappia poi così tante cose sulla liberazione :sisi:
effettivamente è utile celebrarla xk comunque è un patrimonio (come lo è anke la nostra libertà), ma credo ke x molti sia sl 1 occasione x starsene a casa 1 giorno in + su 365 o 366
X quanto riguarda i giovani, credo che ne sappiano ben poco e siano poco interessati. Inutile biasimarli, perchè dopo 1 po' la faccenda della liberazione sembra "una cosa da vecchi", della serie "tanto oggi siamo liberi, abbiamo la nostra amata democrazia"
CONTRO: c'è sempre di mezzo della gente che muore, e sulla vita delle persone non si può transigere
PRO: ritengo personalmente (queste parole le prendo dal generale Patton) che dopo 1 po' sia inutile ricordare una persona che è morta, ma piuttosto bisognerebbe ringraziare che questa persona sia vissuta; e questo ritengo sia applicabile a chiunque
Senza contare che poi questo comportamento menefreghista sotto alcuni aspetti potrebbe portare ad una perdità della libertà perchè ritenuta ovvia per troppo tempo, ci sarà chi cercherà di conquistarla, qualcuno magari ci riuscirà, e dopo 1 po' di tempo il ciclo si ripeterà (questo lo dico x scomodare 1 po' Machiavelli :asd: )
Questo però non significa che possiamo fregarcene da subito, ma lasciamo piuttosto che la storia faccia lentamente il suo corso...
CITAZIONE
Però giri Fortuna la sua ruota, come le piace, e 'l vilan la sua marra
(Inf. XV, 95.96)



Edited by Sempron - 22/4/2010, 21:33
 
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Magnus De Armis
view post Posted on 22/4/2010, 21:00




Che bello...

Oltre le mie esclamazioni bambinesche ringrazio il caro bolognese per l'apertura di questa gioiusa (e sarà gioisa altrimenti... xD) discussione.

In primis prendiamo atto di ciò che è stato, per sapere da dove veniamo, chi siamo, ma sopratutto, dove andiamo.
Ora immaginatevi questo. Voi, siete in un paese occupato militarmente con una forte presenza oppressiva, un governo dittatoriale che distrugge anche pubblicamente con la forza i suoi dissidenti e uno stato di guerra con i bombardamenti settimanali.

I soldati "alleati" in casa, significano posti di blocco, controlli, paura. Una dittatura significa essere costretti a pensare tutti uguale, solo questo è spaventoso. Senza contare gli omicidi, i pestaggi, le minaccie, gli esili, le fucilazioni etc. etc. Guerra significa che non c'è cibo. Che bisogna fare una fila di un'ora e anche più per 2 etti di pane a testa in famiglia e alcune volte meno.

Al limite della pazienza, coloro che chiamiamo partigiani, sono saliti sui monti con l'idea di buttare via tutto questo e costruire da zero una nuova, vera Repubblica.

Andare in montagna non è come le canzoni o i racconti che ci fanno coloro che l'hanno vissuta. Volenti o nolenti ci mettono un pò di romanticismo pensando al passato e a ciò che hanno fatto.
Andare sui monti significava d'inverno rischiare di morire assiderati, non avere per giorni da mangiare o da bere, combattere il nemico con armi di fortuna, non avere nemmeno da rammendarsi il cappotto o cambiare le scarpe rotte. Voleva dire soffrire.

Credete che gente come Pertini, Dante di Nanni, Bruno Fanciullacci, Enzo Biagi e tanti altri abbiano fatto la resistenza per personalissimo guadagno?
No, c'era una forte insofferenza e voglia di cambiamento, oltre che d'altruismo. Se non ci muoviamo da soli, lamentarci che gli altri sono cattivi non servirà a nulla. Bisogna alzarsi con le proprie gambe e prendere una vita. Che sia sbagliata o meno.
 
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4 replies since 21/4/2010, 20:15   66 views
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